Prefazione di Vera Negri Zamagni
Capitolo primo: Dagli Asburgo ai Savoia. Il Polesine nel 1866-1867
1.1 “(… ) nel grande culto della patria comune (…)”. Dalle elezioni amministrative al plebiscito (21 ottobre 1866)
1.2 “(… ) il compimento degli alti destini assicurati alla nostra Italia (…)”. Le elezioni politiche e provinciali
1.3 L’interregno 1866-1867. Quale provincia?
Capitolo secondo: Economia e società nel Polesine dal 1866 al 1874
2.1 Un’industria “morta”, un commercio “depresso”, un’agricoltura “avvilita”, lo sviluppo demografico e lo squilibrio tra popolazione e risorse
2.3 Possidenza, bonifiche, concentrazione fondiaria
2.4 “All’intelligente classe commerciale italiana”. Il governo degli interessi
2.5 “(… ) ove il soffio del miglioramento non è ancora penetrato (…)”. L’operosità delle macchine e l’in-chiesta industriale
2.6 “(… ) quella turba di arditi navigatori oggidì forzatamente oziosi (…)”. La navigazione, le importazioni, le esportazioni
Capitolo terzo: La Comunità israelitica di Rovigo tra identità e integrazione, emancipazione e assimilazione
3.1 Identità e integrazione
3.2 Integrazione, emancipazione, assimilazione
3.3 “(…) i beni abbandonati dal mare”. L’imprenditorialità ebraica e la bonifica di Ivica nel Delta del Po
Capitolo quarto: Il Polesine, un “Paese di conquista”?
4.1 “State in guardia”. Una precaria situazione idraulica
4.2 La rotta dell’Adige: 18 settembre 1882
4.3 La legge Baccarini: avvio di un deciso intervento dello Stato
4.4 La legge Genala tra incapacità governativa e iniziativa privata
Capitolo quinto: Crisi agraria, conflitto sociale, emigrazione nel Polesine degli anni Ottanta
5.1 “(…) questa nobilissima gara di operosità e d’intelligenza (…)”. L’Esposizione provinciale di Rovigo del 1877
5.2 “(…) quella oscurissima incognita che era l’Italia agricola (…)” L’inchiesta agraria Jacini
5.3 Capitale, lavoro, terra. Crisi agraria, conflitto sociale, emigrazione.
Capitolo sesto: “II tesoro degli Italiani sta nel loro suolo”. Istituzioni e politica economica nel Polesine al bivio tra recessione prolungata e rinascita
6.1 Dalla Scuola ambulante di agricoltura pratica del Polesine (1886-1889) alla Cattedra ambulante di agricoltura di Rovigo
6.2 “(…) Luce di pace all’Opra e al Capital (…)”. Dalla bieticoltura all’industria saccarifera, tra scienza e scetticismo
6.3 “(… ) uno stato deplorevole di anemia (…)”. Il Polesine nella statistica industriale del 1890.
Capitolo settimo: Dalla frammentazione degli interessi all unità associativa. Ruolo e identità della Camera di commercio e arti di Rovigo a fine Ottocento. 7.11 Congressi nazionali delle Camere di commercio. Dal liberismo al protezionismo, 7.2 Disarmonie. Rappresentanza degli interessi, autonomia, indipendenza. La Camera di commercio ed arti di Rovigo negli anni Novanta.
Capitolo ottavo: L’economia polesana dall’età giolittiana alla Grande guerra
8.1 “(…) un raggio di pace laboriosa”. Il Primo Congresso nazionale dei bieticoltori e le campagne saccarifere in età giolittiana
8.2 “(… ) I mutilati della battaglia del lavoro”. Gli scioperi agrari del 1901-1902
8.3 La finanza solidale, la solidarietà efficiente. Le Casse rurali, espressione dell’impegno sociale dei cattolici polesani
8.4 La “casa comune”. La politica economica della Camera di commercio e arti di Rovigo nell’età giolittiana
8.5 “(…) perché disgraziatamente la guerra non finirà presto (…)”. Il Polesine all’inizio della Prima guerra mondiale.
Indice dei nomi di persona.
La storia del Polesine tra l’unificazione e la Prima guerra mondiale così come viene tracciata dalla mano sicura di Lino Scalco sulla base di una vasta documentazione archivistica presenta alcune emergenze storiche di grande rilievo che va a merito dell’autore di avere approfonditamente studiato. Innanzitutto, vi si trova ampia conferma della povertà in cui langue un’area quando rimane solo agricola. Troppo a lungo l’economia del Polesine si è incentrata sulla sola agricoltura cerealicola.
Una seconda importante serie di riflessioni emerge dalle vicende delle bonifiche e della rotta dell’Adige del settembre 1882. Dalla loro lettura, risulta confermato che il controllo delle acque è un’attività inevitabilmente collettiva, per l’elevatezza della spesa e per i molteplici effetti congiunti degli interventi.
Una terza emergenza significativa è la vicenda dello zucchero. Rovigo, prima con i Comizi agrari, poi con la Cattedra ambulante di agricoltura – la prima ad essere attivata in Italia fu proprio quella di Rovigo – si adoperò a studiare il modo di rendere la propria agricoltura più produttiva e infine riuscì a trovare un’efficace linea di attacco al problema: lo zucchero. Il primo zuccherificio che aprì i battenti fu quello di Lendinara nel 1900 e segnò uno stacco netto rispetto alla situazione di inerzia e routine che dominavano precedentemente l’agricoltura locale.
Questo nuovo dinamismo dell’economia polesana fu contagioso e diede il via ad un miglioramento economico generale.
In realtà – e questa è la quarta linea significativa del lavoro di Lino Scalco – lo studio dei documenti mette in evidenza il buono sviluppo industriale che si ebbe nell’ “età giolittiana”.
È interessante notare che anche il Polesine, come tutto il Nord-Est-Centro, fu interessato da un effetto diffuso del decollo del triangolo industriale che, se non valse a creare una vera e propria industrializzazione, soprattutto perché i punti di partenza erano estremamente bassi, almeno fece registrare una certa diversificazione economica.
A fianco di queste quattro linee portanti, il lavoro dì Scalco presenta anche interessanti approfondimenti, come quello sulla Comunità israelitica di Rovigo, sull’attività della locale Camera di commercio, sulla demografia, sulla vessata questione della navigazione interna, sul fiorire delle Società di mutuo soccorso e del cooperativismo, rendendo il lavoro completo, variegato e di piacevole lettura, anche perché vi si riportano spesso stralci delle discussioni dell’epoca, testimonianze, giudizi.
Vera Negri Zamagni