Preceduto dalla grande mostra su "L'immaginario barocco" di Giuseppe Leone, uno dei più affermati e riconosciuti maestri contemporanei della fotografia di Sicilia, allestita presso la Pescheria nuova di Corso del Popolo a Rovigo e che sarà inaugurata sabato 1 settembre alle ore 18.00, il Festival  si aprirà venerdì 7 e per tre giorni Rovigo tornerà ad essere la capitale europea della musica popolare e delle danze tradizionali.

Le isole" costituisce appunto il sottotitolo che caratterizza quest'anno la sesta edizione del festival "Ande bali e Cante", promosso dalla Giunta regionale del Veneto, dalla Provincia e dal Comune di Rovigo, con il sostegno della Fondazione della Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e di Guerrato Spa. L'apporto organizzativo della manifestazione è dell'Associazione Culturale Minelliana in collaborazione con l'Associazione Calicanto, Arci Festacontinua, il Gruppo danze Ande cante e bali, il Centro Etnografico adriese e l'Associazione culturale Renzo Barbujani.

Come sottolinea il presidente della Regione Veneto, Giancarlo Galan, nella presentazione dell’evento, “quest'anno, dopo aver percorso vari itinerari geografici e culturali, si è voluto dedicare la manifestazione alla cultura del Mediterraneo per i tanti rapporti evidenti che si riscontrano; basta pensare agli 11 secoli di presenza veneziana nell'Egeo e in buona parte del Mediterraneo orientale. E' affascinante riscontrare le testimonianze di cultura veneta (architettura, urbanistica, musica, lingua, cucina), vive ancor oggi in Istria, Dalmazia, isole Incoronate, Montenegro, Albania, Grecia e il modo in cui queste presenze si sono mescolate a mille altre culture, contribuendo a rendere indefinibile il contorno culturale e geografico di questo struggente mare”. Il Festival, aggiunge il direttore artistico Roberto Tombesi, “intende rendere omaggio anche ad alcune "isole culturali e linguistiche" che si incontrano sia nella pianura padana e in quella laziale e pontina, nonchè nelle comunità greco salentine e calabro albanesi.”

 
 

Varie sono le novità introdotte. A cominciare dalla sede inaugurale del Festival che quest'anno sarà la sala concerti del Conservatorio Statale di Musica "Francesco Venezze" di Rovigo (Corso del Popolo, 241) dove venerdì 7 settembre alle ore 17.00, si svolgerà la cerimonia che viene a suggellare un patto di alleanza tra musica colta e musica popolare che si spera foriero di future e proficue collaborazioni tra Conservatorio e organizzazione del Festival.

Dopo gli indirizzi di saluto del direttore artistico, delle autorità regionali, provinciali e comunali, la conversazione di Ed Emery su " LA MUSICA REBETIKA TRA TURCHIA E GRECIA", arricchita da interventi musicali dal vivo della band greca Rebetiko, costituirà il clou del venerdì pomeriggio e aprirà la serie di altri interessanti incontri in programma nella sala Flumina del Monastero Olivetano di piazza San Bortolo, nelle mattinate di sabato e domenica.

 
 

Sabato 8 settembre alle ore 10.30, sarà la volta de "I MUSEI DELLE COSE INTANGIBILI, STORIE DI FOTOGRAFIE, MUSICA POPOLARE E TRADIZIONI ORALI" [scheda]. Incontro coordinato da Pino Giacobello a cui prenderanno parte, oltre all'Assessore alla cultura della Provincia, Laura Negri, gli specialisti della materia: Giancorrado Barozzi dell'Atlante demologico lombardo di Mantova; Aurelio Citelli dell'Associazione Baraban di Milano e Adriano Favaro della Fototeca regionale del Veneto, i quali con l'ausilio delle elaborazioni multimediali curate da Paola Macchi affronteranno tematiche inerenti alla prossima attivazione dell'Archivio Etnografico della provincia di Rovigo presso la Minelliana. Oltre agli addetti ai lavori sono invitati anche semplici appassionati.

 

Domenica 9 settembre alle ore 10.30 nella medesima sede, chiuderà la serie d'incontri la tavola rotonda che affronterà come argomento "L’ISOLA DI BOSGATTIA E DIVAGAZIONI INSULARI". Coordinato da Chiara Crepaldi, partecipano all'incontro: Francesco Vallerani geografo dell'Università di Venezia, Michele Zanetti dell’Associazione naturalistica Sandonatese, Nadia Breda antropologa dell’Università di Firenze e Dimer Manzolli conservatore dell’archivio di Bosgattia. Verrà ricordata appunto in occasione dell'anniversario, un interessante esperienza di repubblica dell'utopia realizzata in un'isola del Po, attorno agli anni '50, del secolo scorso.  A seguire "VENETI NEL LAZIO", bonifica pontina, suoni e immagini di Marco Delfino.

 
 

L'articolazione delle proposte del Festival viene sottolineata anche dalla contemporanea dislocazione degli ambienti e degli spazi. Le maggiori PIAZZE DEL CENTRO STORICO saranno animate nei pomeriggi di sabato e di domenica dalle ore 17 alle ore 20 dai concerti dei gruppi musicali, dalle danze, dai cantastorie, dai giocolieri e dal teatro dei burattini, con la partecipazione dei Malicanti di Puglia, di Fabrizio Poggi e Turututela della Lombardia, del gruppo Mantice del Lazio, di Lucia Osellieri e Santosh del Veneto. Inoltre, non va dimenticato l'Angolo dei Sapori, con degustazione e vendita di prodotti agroalimentari del Veneto, curato in collaborazione con Associazione Polesana e federazione Regionale Coltivatori Diretti “Campagna Amica” e Associazione Provinciale Agricoltori.

 

Nel PIAZZALE DEL CENSER in viale Porta Adige, si svolgerà la gran festa a ballo che prenderà il via sabato 8 settembre dopo il concerto dalle 23.30 con i Malicanti, Piero Crucitti, Diego Pizzimenti e i greci Thenis Mavros.

 

Il CHIOSTRO DEL MONASTERO OLIVETANO costituisce un altro luogo deputato del festival e presenta una doppia valenza; di giorno oltre ad ospitare il mercato degli strumenti musicali e popolari, si presta alla spettacolarizzazione, all'esecuzione improvvisata e alle performances musicali che allietano gli aperitivi musicali di mezzogiorno di sabato e domenica dalle 12.30 alle 13.15 con la partecipazione degli allievi degli stages e degli artisti ospiti del festival. Le specialità gastronomiche quest'anno in tono con il tema del festival, saranno curate dal centro culturale italo greco "La Plaka" di Padova.  Di notte il chiostro offre una dimensione più intimista e più adatta al concerto in acustica a lume di candela che quest'anno con inizio alle 2 della notte tra sabato 8 e domenica 9 settembre, farà un omaggio agli strumenti musicali del Mediterraneo (santouri, lira, bouzouki, tzoura, bagiama) a cura di Pejman Hejdarian, Ettore Castagna, con i greci Soas Ad Hoc Rebetiko band.

 

I LOCALI DEL MONASTERO ospiteranno anche i numerosi  stages che si svolgeranno sabato 8: ore 9.30-12 e 14.30-16.30; e  domenica 9 settembre ore 9.30-11.30: Musica d’insieme (Francesco Ganassin), Cornamusa (Gabriele Coltri), Ghironda  (Silvio Orlandi), Organetto (principianti e avanzati) (Flavia Ferretti e Alessandro Parente), Armonica a bocca (Fabrizio Poggi), Tamburello (Antonella Costanzo), mentre nella Ex Chiesa S.Michele di Via Carducci, si svolgerà lo stage di danza, la Pizzica con i Malicanti.

 

» La quota di partecipazione agli stages è di Euro 25 complessivi dei due giorni.

 
 

Nutrito il programma dei concerti serali che si svolgeranno, a partire dalle ore 21,00, presso l’AUDITORIUM DEL CENTRO SERVIZI (CEN.SER) di viale Porta Adige, che costituiscono il cuore del festival.

 

Apre la serie venerdì 7 Carlo Muratori Quartet (Sicilia): Muratori si definisce un cantastorie del tempo nuovo. In questa epoca li chiamano cantautori. Conosce il mondo delle tradizioni e delle musiche popolari siciliane, ma non per questo si è lasciato tentare solo dalle re-interpretazioni o dal revival. Egli ci fa conoscere una sua Sicilia. Dai canti dei carrettieri dell’ottocento, alle ballate per la strage di Capaci, dalle preghiere dei tonnaroti ai disagi del vivere nelle periferie, del caos di Catania o Palermo; dalle filastrocche e i canti satirici per “lu sceccu” (l’asino) alle nuove canzoni nate dentro i petrolchimici delle coste siciliane. 

Nella stessa serata Rocco de Rosa (Basilicata), compositore lucano presenterà “Trammari”. In questa sua ultima fatica, l’artista prosegue nel suo percorso musicale che, con il lavoro precedente “Rotte Distratte” (2002), aveva subìto una profonda virata verso sonorità prevalentemente acustiche.  Egli ritorna a ritmi e a melodie che attingevano ad una sorta di “memoria sonora collettiva“, arcaica e nello stesso tempo attuale, indissolubilmente legata al sud dell’Italia, alla sua cultura e alle sue tradizioni.

 

Sabato 8 alle ore 21, la seconda serata del Festival inizia con la performance di Thenis Mavros (Grecia) con Francesco Ganassin.

Thenis Mavros, nato a Salonicco dove ha completato gli studi di chitarra classica, si è inserito prestissimo e con successo nella vita musicale della sua città e nel circuito di quei musicisti che cercavano di salvare una musica indipendente durante gli anni della dittatura in Grecia. Dal 1971 vive a Padova dove tiene corsi di greco moderno, compone musica su testi di poeti russi, sudamericani, italiani e greci.  Francesco Ganassin, clarinettista e polistrumentista, attivo nell'ambito della musica popolare, jazz ed improvvisata. Il repertorio che non è frequente poter ascoltare in Italia, comprende sia l'esecuzione di musica popolare tradizionale delle varie regioni della Grecia e delle isole (Creta, Cicladi, Eptaneso), sia musica più colta che conserva caratteristiche musicali locali arricchite però da influenze occidentali, e che riesce ad accomunare greci ed italiani nell'unico abbraccio del Mediterraneo.

Il clou della serata è costituito dalla esecuzione della Piccola Orchestra la Viola (Lazio), nata nel 1994, da un’idea di Alessandro Parente (direttore e compositore)  Antonella Costanzo (voce solista)  e  dall'incontro  di  musicisti  delle  province  di  Roma,  Latina  e  Frosinone.  La Piccola Orchestra La Viola, formazione di ispirazione popolare con influenze mediterranee, è considerata uno tra i gruppi più inediti nel panorama della world-music italiana. L’uso polifonico degli organetti, una morbida sezione ritmica composta da batteria, basso elettrico e percussioni, insieme al timbro teatrale della voce di Antonella Costanzo, e alle coreografie della danza, danno vita ad una nuova idea di concerto dove la voce della terra si fa sentire con forza e vibrante energia. La Piccola Orchestra  mette in scena uno spettacolo, all’interno del quale lo spettatore viene portato per mano lungo lo svolgersi del racconto, costruito su composizioni originali come altra forma della musica popolare.

 

La serata conclusiva, di domenica 9, vede protagonisti i repertori calabro-pugliesi di Nistanimera, che in greco di Calabria vuol dire "notte e giorno", band formata da musicisti provenienti dalla Calabria meridionale e dal Salento e che ha all’attivo le più diverse esperienze nell'ambito della ricerca e della riproposta della musica tradizione di queste due aree. Nistanimera propone musiche e canzoni in greco dalle tradizioni di Calabria e di Puglia suonate con le melodie e gli strumenti originali oppure propone propri arrangiamenti di tracce tradizionali. Dalle pizziche salentine in griko alle tragudìa sulla zampogna in greco di Calabria, dalle serenate alla lira, alle danze per doppio flauto, organetto, etc.  Il repertorio di Nistanimera offre un viaggio musicale in un mondo culturale dalla storia antichissima. 

Dopo l’intermezzo con gli attori Nora Fuser e Giorgio Bertan performance di commedia dell´arte sul tema Venezia e i Mori), concluderà alla grande il sesto Festival, Soas ad hoc Rebetiko band (Grecia).

 
 
ultimo aggiornamento: giovedì 23 agosto 2007 @ 23.36