U. SORAGNI, Per una storiografia architettonica e urbanistica dei luoghi tra Ferrara e il Polesine. Gli architetti e “maestri murari” Santini tra XVII e XVIII secolo
L. CONTEGIACOMO, I Santini “Dal Tresto”.
Parte Prima
Il Ferrarese e il Polesine tra Sei-Settecento
G. SAVIOLI, La Legazione ferrarese al tempo dei Santini. Le condizioni generali per un itinerario sull’architettura tra lacune documentarie e recenti studi
L. LUGARESI, Territorio ferrarese e traspadano, fervore edilizio e “decoro” architettonico nei secoli XVII e XVIII: un’interpretazione.
Parte Seconda
Il segno dei Santini nell’urbanistica, e nell’architettura
A. FARINELLI TOSELLI, La famiglia dei Santini e l’urbanistica barocca ferrarese
F. SCAFURI, Il settecento a Ferrara: tra interventi di risanamento edilizio e di decoro urbano. Le pavimentazioni
S. SAVINO, I Santini e l’architettura della Legazione pontificia di Ferrara e delle Romagne
L. TRANIELLO, I Santini a nord del Po
V. TOMASI, Mastro Vincenzo Santini e il Duomo di Rovigo. Documenti su una consulenza
I. M. FUGGETTA e L. SERVADEI, Palazzo Malmignati a Lendinara nelle “carte di cantiere” 1705-1716
G. GUERRINI e I. UZZO, I Santini: architettura e insediamenti nel Polesine
A. M. FIORAVANTI BARALDI, Pittura e scultura nelle chiese dei Santini: exempla
Parte Terza
Le cronache ferraresi e i Santini
A. FAORO, I Santini nella cronachistica ferrarese
Parte Quarta
Gli apparati dei disegni e delle opere dei Santini
S. SAVINO, L’album di disegni “Santini” nella Biblioteca del Seminario di Ferrara
A. FARINELLI TOSELLI e V. TOMASI, Cronologia delle opere dei Santini
Schede repertoriali delle opere
Bibliografia
Indice dei nomi
Indice dei luoghi
È un’operazione critica, decisamente importante, quella che è stata realizzata sull’attività (ancora sottovalutata) dei Santini, “studio” architettonico che, nel corso del XVII e XVIII secolo, ha dato i suoi apprezzati servizi in un’area compresa fra Ferrara e il Polesine.
I Santini hanno mostrato nel tempo le esigenze architettoniche, urbanistiche, estetiche, di una determinata società padana che chiedeva loro non capolavori, non opere destinate a stupire il mondo, ma edifici efficienti, funzionali e decorosi. I Santini comunque non si sono limitati al loro semplice mestiere, ma hanno dimostrato di avere una propria originalità, di possedere un proprio stile, sufficientemente riconoscibile, e soprattutto una certa capacità d’ingegno creativo.
Vittorio Sgarbi
Il presente volume sulla “dinastia” di architetti e maestri murari Santini, originari del padovano ma trapiantati nel Seicento a Ferrara, la cui attività è ricostruibile in un arco di varie generazioni compreso tra la fine del XVII e XVIII secolo, rappresenta un interessante tentativo di contemperare tra loro le necessità legate ad un approfondimento ricostruttivo di alcune importanti pagine della storia architettonica ed urbanistica veneta ed emiliana con l’esigenza di collocare tali figure in un contesto culturale ed artistico di adeguata ampiezza.
Capaci di elaborare, con occhio sempre attento alle novità, alle tendenze ed alle mode, originali tipologie di modelli architettonici e di curarne con capacità l’inserimento nel tessuto urbano e rurale, segnandone in modo duraturo il rispettivo panorama, i Santini riescono a ritagliarsi, in un lungo arco di tempo, spazi professionali di rilievo, lavorando sia al servizio della Legazione pontificia, che commissiona loro progetti e realizzazioni di chiese ed opere pubbliche, sia a favore di privati e di istituzioni.
La maggioranza degli interventi santiniani interessa il capoluogo ferrarese (dove, tra le principali realizzazioni, si segnalano il Palazzo municipale e quelli Arcivescovile e di Renata di Francia) e numerosi centri medi e piccoli della provincia ferrarese e rodigina (Molinella, Guarda Ferrarese, Bondeno, Melara, Trecenta, Lendinara, Badia Polesine, Crespino).
Ugo Soragni