I. PRANDIN, Arquà, un amacord
L. ALBERTI, Modificazioni antropiche del territorio arquatese
A. BUDRI – M. T. PASQUALINI CANATO, Dal Medioevo ai nostri giorni: sintesi storica
R. MILAN, La vicenda storica di Cornè nel medioevo padano
S. FERRARI, Il castello di Arquà Polesine
R. MILAN, I proprietari veneziani del castello
M. MUNARINI, I confini di terra
Ceramiche del castello di Arquà
R. MILAN, Gli interni decorati del castello-villa. Prima lettura e interpretazione iconografica
A. BUDRI – M. T. PASQUALINI CANATO, Il casino di caccia estense
L. SERVADEI, Le ville di campagna
D. MILAN, Torri sul Castagnaro e corti patrizie
A. BUDRI – M. T. PASQUALINI CANATO – A. NANTE, La chiesa plebana di Sant’Andrea Apostolo
A. BUDRI – M. T. PASQUALINI CANATO, I luoghi di accoglienza e di devozione
A. BUDRI – M. T. PASQUALINI CANATO, Gli arcipreti della parrocchia di S. Andrea
A. BUDRI – R. MILAN, Personaggi arquatesi illustri
Il maggio arquatese, il palio ed altro
È un lavoro a più mani che vuole restituire al lettore le vicende e i caratteri di un paese di antico lustro e di moderno decoro. Ecco, così, una serrata indagine delle modificazioni antropiche del territorio arquatese, firmata da un valido studioso come Luciano Alberti. Ma la parte del leone (e poteva essere altrimenti?) la fa quel “castello” che, fatto edificare intorno alla metà del XII secolo da Guglielmo III dei Marchesella, ci rivela con il contagocce i suoi molti e affascinanti segreti. E dunque, se Stefania Ferrari, basandosi sulle analisi stratigrafiche, ne ha ricostruito almeno in parte le salienti vicende costruttive, Rosalba Milan, dopo aver passato in rassegna i diversi proprietari veneziani (dai Dedo ai Diedo e ai Da Mula), ha proposto una minuziosa, quanto interessantissima e talora illuminante, lettura degli affreschi che decorano l’interno del castello, anche se resta ancora un mistero il nome degli autori di queste pitture di valore alterno. Sempre Rosalba Milan ha ricostruito la vicenda storica di Corné nel medioevo padano, mentre Daniele Milan ha focalizzato la sua attenzione sulle torri sul Castagnaro e sulle corti patrizie e Luisa Servadei si è soffermata con accattivante competenza sul malridotto complesso di Ca’ Marchese e sulla bella villa Torelli-Rossi.
Non pochi, e tutti stimolanti, i saggi firmati a quattro mani da Maria Teresa Pasqualini Canato e Antonio Budri al quale è dedicata l’opera, dopo la sua improvvisa scomparsa, a cominciare da quello che rintraccia storia e vita del cosiddetto Casino di caccia estense, tornato all’antico prestigio grazie all’ammirevole restauro curato dall’architetto Canato, per arrivare alla chiesa di Sant’Andrea Apostolo e ai suoi arcipreti, agli oratori e ai luoghi di accoglienza e devozione. Completano l’opera un breve studio che Michelangelo Munarini ha dedicato alle ceramiche ritrovate nel castello e i rapidi profili, dei più importanti personaggi arquatesi (tra cui Mons. Giacomo Sichirollo e il pittore Antonio Goltara.
Sergio Garbato