Canaro dista 15 chilometri da Ferrara e 22 da Rovigo; confina con Frassinelle Polesine, Polesella, Occhiobello, Fiesso Umbertiano ed ha nel fiume Po il confine naturale con l’Emilia.
Dei diversi canali che attraversano il territorio comunale, il più importante è il Poazzo, al cui corso è legata molta parte della storia del paese. Ha una frazione geografica, Garofolo, terra natale del pittore Benvenuto Tisi, dotata di chiesa parrocchiale, e le borgate di Paviole, Vallone e Crociara. Paviole fino al secolo scorso era la parte “nobile” ricca e popolosa, del paese ex ferrarese, mentre la contigua Vallone era quella proletaria. Al di là del centro, povero di case e di vita, oltre il Poazzo, in terra veneta, la Crociara, oggi ridotta a poche abitazioni, era il punto d’incrocio delle strade per Fiesso, Frassinelle e Polesella.
Il grande esodo degli anni “50”, seguito da un costante flusso migratorio verso aree produttive alla ricerca del lavoro che la campagna non garantiva più, ha dimezzato la popolazione che, ora, cessata l’emorragia, è ai livelli dell’ottocento, con 2.750 abitanti, però più accentrati, anche per effetto dello sviluppo edilizio residenziale registrato negli ultimi anni. In questo periodo il paese si è ammodernato ed è cresciuto anche sul piano delle infrastrutture, premessa indispensabile per lo sperato sviluppo commerciale ed artigianale.
Sul piano del costume, del linguaggio e degli atteggiamenti sociali e politici, Canaro è certamente più ferrarese che veneto: fino all’aggregazione al Polesine di Rovigo decretata dagli Austriaci, la sua storia è quella, contrastata, a tratti splendida, spesso tragica, dell’ex Transpadana, terra di confine e quindi di contesa tra Estensi e Veneziani, la cui contrapposizione, sulla linea del Poazzo, rimane tuttora un’eredità caratteriale e di comportamento, ancorché attenuata dal tempo e dalle vicende migratorie, nella popolazione.
Anche la diversa giurisdizione ecclesiastica ha contribuito a mantenere vive le antiche rivalità: Garofolo, compreso da cinque secoli nella diocesi adriese, è più veneto di Canaro, la cui parrocchia di Santa Sofia è stata soggetta all’episcopato Ferrarese fino al 1818.
Dunque, un paese che ha dovuto scontare antiche divisioni prima di costruire un proprio tessuto unitario, dal quale, però, emergono ancora, meno bellicosi, blanditi dall’ombra del campanile, i retaggi dell’ex Transpadana ferrarese, una striscia di terra segnata dal Po, attraversata dalla storia di grandi potenze. Per concludere, mi sento in dovere di ringraziare l’Amministrazione Comunale per l’opportunità datami di realizzare questo studio, al quale, peraltro, pensavo e mi preparavo da diversi anni, raccogliendo materiale bibliografico e documentario.