Questo “Diario” rappresenta, anche, la prima testimonianza dall’interno, dell’operato di un “coordinatore” (meglio, commissario straordinario) di nomina governativa, inviato con poteri di delega.
Il riconoscimento delle qualità operative e dell’impegno profuso dal Brusasca nei confronti di questo territorio si coglieva allora (e si ricorda ancora oggi) da parte di tutti i polesani, al di fuori degli schieramenti partitici, compresi quelli d’opposizione. Ciò, in un periodo storico come gli anni ‘50, fortemente marcato da contrapposizioni frontali, va a pieno merito dell’opera svolta dal “coordinatore” nella fase della ricostruzione come artefice del processo di normalizzazione.
«Quando il Po, nel novembre del ‘51, invase all’improvviso il Polesine, con riflessi su altre province, come quelle di Ferrara e di Modena, il Governo inviò sul posto, per i primi provvedimenti, il sottosegretario Spataro per la zona del Polesine e me, reggente del ministero dell’Africa, per le province di Ferrara e di Modena.
In questa prima fase ebbi numerosi incontri con il presidente della Camera di Commercio di Rovigo, con il comm. Cibotto, rappresentante della Dc, e con altri esponenti locali. Quando si trattò di nominare un incaricato speciale permanente per la ricostruzione, fecero insistentemente a De Gasperi il mio nome.»
Giuseppe Brusasca