Parte Prima
Il fenomeno settario tra Sette e Ottocento in Italia e in Europa
Aspetti generali
F. DELLA PERUTA, Il mondo latomistico della Restaurazione
A. M. ISASTIA, Massoneria e Carboneria
L. POLO FRIZ, Massoneria e Carboneria: una presunta osmosi dai “Bons cousins” alla Carboneria italiana
E. CAPUZZO, L’ebraismo della Restaurazione e l associazionismo cospirativo
Z. CIUFFOLETTI, Una spia al servizio del Granduca. L’universo delle sette all’inizio dell’ ’800
C. GHISALBERTI, I modelli costituzionali della Restaurazione e le istanze rivoluzionarie
J. LALOUETTE, 1822, L’année noire des carbonari frangais
A. GIL NOVALES, Relaciones de la Carbonerìa espanola con la italiana.
Parte Seconda
Insediamento e azione della Carboneria nella penisola italiana
Fatti e personaggi
L. MASCILLI MIGLIORINI, Carbonari e carboneria come modelli mitici della generazione risorgimentale
A. De FRANCESCO, La Carboneria in Sicilia. Notabilato politico o politica notabilare?
M. A. DE CRISTAFORO, Associazionismo e “vendite” Carbonare in Basilicata dopo i Moti del 1820-21
N. DEL CORNO, La polemica anticarbonara nel pensiero reazionario italiano. Gli scritti del Principe di Canora
R. BALZANI, I carbonari romagnoli: élite politica o organizzazione di notabili?
D. MANTOVANI, All’ombra della Fortezza. La Carboneria ferrarese fra Romagna e Veneto
G. BERTI, Governo austriaco e Carboneria nel Veneto. Il caso del Polesine
F. AGOSTINI, I vescovi veneti di fronte al Movimento carbonaro (1820)
C. CAPPELLOZZA, Testimonianze dal versante ecclesiastico sulla vita sociale e politica nel Polesine fra occupazione francese e quella austriaca
I. SARTOR, Carlo Pio Ravasi vescovo della Restaurazione (1821-1833)
A. VARNI, Felice Foresti, pretore di Crespino: un protagonista controverso della Carboneria polesana
I. BlAGIANTI, Un patriota polesano esule per l ’Europa, Giovanni Bachiega
L. CAPELLAZZO, Spirito pubblico nel Polesine nella seconda dominazione austriaca
L. CONTEGIACOMO, Il microcosmo della Carboneria nel Polesine. Legami familiari, sociali e culturali
L. LUGARESI, “La spilla nera” mito e/o realtà di una seta. Il ruolo di Cecilia Monti D’Arnaud
E. FRANZIN, Stendhal e la condizione delle donne italiane durante il Risorgimento. Il caso di Elena Cecilia Monti
V. SCOTTI DOUGLAS, “La queue” della cospirazione del 1821. Alexandre Andryane, prigioniero di Stato.
Indici dei nomi di persona
Indici dei nomi geografici
Indice generale
Lo studio delle società segrete del Risorgimento è assai importante per cogliere la genesi e seguire l’evoluzione degli orientamenti ideali e degli indirizzi politici che, a partire dall’età napoleonica, connotarono i gruppi che in maniera più netta e decisa intesero opporsi ai vari regimi dispotici o comunque illiberali impiantati nel paese.
L’organizzazione di società segrete, l’utilizzazione di strutture latomistiche era stata imposta dall’esistenza nella penisola di governi autocratici e Stati di polizia, che non lasciavano spazio alcuno alle libertà più elementari (di associazione, di stampa, di discussione), come misero più volte in rilievo gli stessi aderenti ai movimenti «settari», a partire da quell’anonimo collaboratore del foglio clandestino «II Precursore» che nel 1836, a proposito della necessità del ricorso alle associazioni clandestine nei paesi oppressi da leggi tiranniche, scriveva: «Perdutasi in Italia la libertà, inceppati i pensieri, corrotta la morale, ed abbrutito il popolo, fu nelle società segrete che ripararonsi gli avanzi del coraggio e del patriottismo italiani… Fattesi rifugio ai pericoli tanti destini d’Italia, era in seno ad esse che nutrire e fomentar si dovevano gli eterni principi di Uguaglianza e di Libertà».
Franco Della Peruta