Prefazione a ricordo di Franco Basaglia di Domenico Casagrande
Introduzione di Luigi Contegiacomo
Parte Prima
Le fonti per la psichiatria nel Triveneto
R. ARCAINI, L’archivio dell’ (ex) Ospedale psichiatrico di Pergine Valsugana (Trento)
R. DA NOVA, Gli archivi degli ex O.P.P. del Friuli Venezia Giulia ovvero Carte del/nel labirinto
C. COVIZZI, Fonti archivistiche per lo studio degli “alienati” nella provincia di Rovigo dall’Unità d ’Italia alla legge Basaglia
M. DONATO, Prima Società Italiana di Patronato pei Pellagrosi: l’Istituto Costante Gris di Mogliano Veneto
D. CAFFARATTO, Gli archivi degli ex Ospedali Psichiatrici in Piemonte
M. MORENI, Storia dell’Ospedale Psichiatrico di Colorno
M. PANERARI Interventi archivistici operati presso l ’archivio dell’Ospedale Psichiatrico Provinciale di Colorno (Parma)
A. CASAGRANDE, L’Ospedale Psichiatrico Provinciale “Francesco Roncati” in Bologna.
Parte Seconda
La fruizione delle fonti tra storia ed anamnesi clinica
M. GALZIGNA, Gli archivi della follia: il loro utilizzo tra storia e clinica
C. FIORINO, Fonti psichiatriche: archivi di carte, archivi di idee
D. LUCIANI, Gli ospedali psichiatrici come patrimonio di natura e di memoria
M. MORAGLIO, Il manicomio in Italia dagli anni sessanta alle legge 180
L. LUGARESI, Il “mondo a parte”: “cittadella dei pazzi”, “architettura della custodia”, “struttura della follia” e manicomio a fine ‘800
A. MACCARI, L’importanza delle fonti in campo sanitario
M. FALLACE, La tutela della privacy nell’esperienza dell’Archivio Centrale dello Stato.
Parte Terza
I problemi archivistici
A. KOLEGA, Il programma di archiviazione delle cartelle cliniche degli ex O.P.P. ‘Arcanamente”
L. RESIDORI, Breve rassegna dei materiali e dei procedimenti fotografici
T. MARCONI, Tra conservazione e fruizione
Parte Quarta
Dall’assistenza psichiatrica alla salute mentale
P. GRANATA, 1992: opinioni del personale medico e paramedico nei confronti dell’Ospedale psichiatrico
A. G. SACCARDIN, Il disagio nel territorio
E. TONIOLO, Quali risposte a quali bisogni. Note a margine a un discorso sugli O.P.P.
E. GRIGOLATO, Il volontariato: quale collaborazione possibile.
Nel manicomio, restituire possibilità di espressione al malato di mente ha significato liberarlo dal controllo repressivo, dall’oggettivazione, dalla passività o dalla cieca ribellione indotta dal regime manicomiale, modificando prima e superando poi l’istituzione manicomiale.
Se ciò ha significato per il folle riconquistare un diritto di cittadinanza, per lo psichiatra ha significato tradire il proprio mandato sociale di controllore istituzionale della pazzia e dell’esclusione; di conseguenza ambedue si sono dovuti riproporre come soggetti attivi di un rapporto dialettico con l’organizzazione sociale e non come capro espiatorio l’uno, cioè il folle, e come passivo esecutore l’altro, cioè lo psichiatra.
Ecco che così l’impegno nel proprio specifico professionale non può che saldarsi con l’impegno politico, nel senso di costruzione di risposte ai bisogni emergenti che risultano non solo specifici, ma più spesso comuni, come la casa, il lavoro, l’educazione, la salute.
Domenico Casagrande