Il presente lavoro vuole essere un contributo — parziale e modesto — alla conoscenza di un argomento tanto interessante quanto carente di fonti, sulla circolazione monetaria e gli albori del credito nel Polesine di Rovigo, al tempo delle dominazioni estense e veneta.
Un tema affascinante, ma complesso e difficile, che non trova probanti riscontri in documentazione dell’epoca o in successivi elaborati, al pari di altri avvenimenti, egualmente stimolanti, della storia polesana.
Prima del XVII secolo Rovigo era una piccolissima città al margine dei domimi estense e veneto, al di fuori dai grossi traffici, isolata anche socialmente rispetto alle comunità limitrofe. Qui lo sviluppo socioeconomico fu lento, laborioso e incompleto, in ritardo di parecchi decenni rispetto agli altri territori delle aree estense e veneta. Logico, dunque, che ne sia derivato un notevole sottosviluppo culturale.
Se pochi sono, dunque, coloro che si sono incisivamente occupati della storia polesana tra il X e il XVII secolo, rari sono i documenti o i riferimenti di sicura provenienza che aiutino a conoscere aspetti specifici e significativi — tra i quali quelli monetario e creditizio — della nostra storia passata.
Alla trattazione dell’argomento specifico abbiamo ritenuto di premettere una panoramica generale sugli aspetti della moneta e del credito nell’area italiana e nei domimi estense e veneto. La trattazione riguardante le monete di questi ultimi è necessariamente indicativa sia per la vastità della materia, sia perché la storia di quelle monete è già stata esaurientemente stesa da autorevoli studiosi.
Il presente lavoro intende essere, in definitiva, un tentativo di indagine, un compendio di notizie storiche polesane raramente viste, prima d’ora, in chiave monetaria e creditizia, anche se già esaminate nel contesto di indagini economiche — per altro parziali ed episodiche — riferite al Polesine di Rovigo nei secoli né ci ha spinti, d’altra parte, la presunzione di redigere un opera di carattere numismatico, lontana dalle nostre specifiche conoscenze ed aspirazioni, anche se ci ha sorretto il consiglio competente e prezioso di emeriti conoscitori della materia quali Carlo Gustinelli di Genova — collaboratore, fra l’altro, alla sistemazione del monetiere di Palazzo Bianco — e Ugo Fiocchi di Rovigo cui va anche il merito di avere raccolto i pochi esemplari delle monete di Rovigo presenti sul mercato numismatico.
Ad essi, come pure al dottor Felice Regazzo che ha incoraggiato la stesura di questo lavoro, va il ringraziamento più vivo dell’autore.
Luigi Stocco
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In copertina:
Interno di un banco di pegno, di Marinus van Reymerswaele (1493-1576)
Monaco, Alte Pinakothek