Presentazione
Introduzione
Sigle e abbreviazioni
Strade e piazze
Rovigo postunitaria
Dal periodo giolittiano alla grande guerra
Riscrizione fascista delle vie
La guerra di liberazione
Il secondo dopo guerra
Le lapidi
Bibliografia
Indice delle piazze e delle strade
Indice dei nomi
Indice generale
« Riuscire a leggere la propria città attraverso i toponimi e le iscrizioni dedicatorie, osservare i segni del tempo incisi nelle vie; e negli edifici è uno strumento attivo di conoscenza e interpretazione della storia». Con queste parole il sindaco Fausto Merchiori e l’assessore Giovanna Pineda hanno commentato la pubblicazione del libro “Rovigo per strade e piazze dal 1866 ad oggi” edito da Minelliana grazie al sostegno della Regione Veneto e all’appoggio del Comune.
Il periodo preso in considerazione va dall’annessione al Regno d’Italia alla fase successiva alla seconda guerra mondiale. Le tappe storiche fondamentali attraverso le quali passa e si trasforma l’assetto toponomastico della città sono quelle del Risorgimento, delle guerre mondiali e del ventennio fascista. Con l’ausilio di un ricco apparato iconografico, sono state prese in considerazione tutte le intitolazioni, reperibili dai documenti comunali, dalle mappe catastali e anche da fonti giornalistiche: «È la prima volta – ha commentato Luigi Contegiacomo, direttore dell’Archivio di Stato – che viene pubblicato un libro relativo alle intitolazioni di strade e piazze di Rovigo. Si è potuto notare come le stesse abbiano subito numerosi cambiamenti a seguito delle diatribe politiche e ,agli eventi storici più traumatici. Il XIX secolo ha azzerato il percorso precedente, ancora basato su retaggi medioevali: i nomi fino ad allora si rifacevano ai personaggi in vita, abbienti, ai vecchi mestieri o alle caratteristiche delle zone. Poche strade hanno conservato la vecchia intitolazione, come via All’Ara, dal nome dei Marchesi d’Este». «Rovigo – ha concluso Mario Cavriani – ha conservato la sua fisionomia di centro storico con circa 20000 abitanti fino alla metà del secolo scorso; la decisione di interrare l’Adigetto e lo sviluppo urbanistico selvaggio le hanno fatto perdere definitivamente la fisionomia originaria».
Sofia Teresa Bisi