IL MAIS NELLA STORIA AGRICOLA ITALIANA

iniziando dal Polesine

[twocol_one]

Convegno di studi
27-28 settembre 2014

Teatro Sociale E. Balzan
Badia Polesine (RO)

[/twocol_one]

[twocol_one_last]

[button window=”yes” link=”https://www.minelliana.it/wp-content/uploads/il-mais-nella-storia-agricola-italiana-iniziando-dal-polesine-depliant.pdf”]scarica il depliant[/button]

[/twocol_one_last]

[tabs style=”default”] [tab title=”PRESENTAZIONE”]

Il Comune di Badia Polesine, in concomitanza con l’ultratrentennale Festa della Polenta promossa dal Comitato delle Manifestazioni di Villa d’Adige (già Villa Bona), celebra questo anniversario con un Convegno di Studi dedicato specificatamente al mais, che si svolgerà nei giorni di sabato 27 e domenica 28 settembre 2014, presso il Teatro Sociale Eugenio Balzan di Badia Polesine, su idea e organizzazione dell’Associazione Culturale Minelliana di Rovigo e il coordinamento scientifico del prof. Danilo Gasparini, della Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Padova.

La scelta logistica della manifestazione a Badia Polesine si giustifica storicamente in quanto è proprio dalla vicina Villa Bona, ora Villa d’Adige, che, a cominciare dal 1554, secondo lo storico trevigiano Giambattista Ramusio, «la mirabile e famosa semenza detta maiz nelle Indie Occidentali … n’è venuta già in Italia di colore bianco e rosso e sopra il polesine di Rhoigo e Villa Bona seminano i campi intieri de ambedui i colori».

Questo primato del Polesine nella coltivazione del mais è diventato nei secoli, oltre che il foraggio complementare nell’allevamento bovino, anche il cibo per i ceti popolari, che ne fecero uso sotto forma di polenta, soprattutto nei frequenti periodi di carestia.

Altrettanto è accaduto fino ai nostri giorni nel mondo occidentale, conquistandosi meritatamente l’appellativo di “pianta di civiltà”.

Anche se ora il mais non è più presente, come nel passato, nella grammatica alimentare dei nostri pasti quotidiani, è certamente ancora attivo nella filiera alimentare animale e sfruttato pure nell’economia industriale ed energetica con tutte le problematiche annesse.

Nell’approssimarsi dell’EXPO, che si celebrerà a Milano nel 2015, ci pareva cosa utile, attraverso lo svolgimento di questo convegno e la pubblicazione degli Atti, fare il punto sulla questione del mais sia dal lato storico con nuovi apporti che ci vengono dalla scienza, sia collegandoci alla stretta attualità della cronaca.

Oggi l’agricoltura, pur essendo in grado di produrre cibo per i sette miliardi di persone sparse nel globo, non riesce però ancora a soddisfare una popolazione di quasi 900 milioni in condizione di sottoalimentazione, come succede per una decina di Stati africani.

[/tab] [tab title=”PROGRAMMA”]

SABATO 27 SETTEMBRE 2014

SESSIONE I – ORIGINE E DIFFUSIONE DEL MAIS TRA GENOMICA E STORIA

Ore 9:30 PARTE PRIMA – IL PUNTO SUL MAIS
Moderatore FRANCO CAZZOLA (Dipartimento di Discipline storiche dell’università di Bologna)

DANILO GASPARINI (Facoltà di agraria – Università degli Studi di Padova, coordinatore scientifico del convegno)
Articolazione delle giornate di Studi e la scelta delle problematiche

FABIO ORTOLAN (Accademia dei Georgofili)
Lucietta Memmo Mocenigo, modello di imprenditrice agricola d’avanguardia e la bonificazione della Bassa Padovana tra ‘600 e ‘700

GIANNI BARCACCIA (Facoltà di agraria – Università degli Studi di Padova)
Mais e genetica

PAOLO STEFANO VALOTI (CRA-MAC Unità di Ricerca per la Maiscoltura – Bergamo)
La stazione di maiscoltura di Bergamo. La Banca del seme tra memoria e futuro

LIVIO ZERBINATI (istituto di studi e ricerche storiche e sociali B. Gidoni – Badia Polesine)
La Società Polesana Produttori sementi di Badia Polesine (1938-1987)

INTERVALLO

Ore 15:00 PARTE SECONDA – DIFFUSIONE DEL MAIS IN EUROPA E IN ITALIA: DAGLI ORTI AI CAMPI TRA LETTERATURA AGRONOMICA, COMMERCIO E ARTE
Moderatore MARIO CAVRIANI (Associazione Culturale Minelliana – Rovigo)

FRANCO CAZZOLA (Dipartimento di discipline storiche – Università di Bologna)
Introduzione e diffusione del mais nell’Europa e nell’Italia Settentrionale

STEFANIA MALAVASI (Università degli Studi di Padova)
La trattatistica agronomica nel Veneto dopo la scoperta dell’America

ANGELO LUCCHIARI (Architetto e storico del territorio – Rovigo)
Il mais nella “Storia agraria del Polesine” di Camillo Silvestri

ANTONIO TODARO (Studioso e ricercatore – Este)
“Sazia assai, ma dà poco fiato”: riflessioni sugli usi alimentari del granoturco

FEDERICA SPADOTTO (Storica dell’Arte – Milano)
Il mais nella cultura figurativa europea dal Rinascimento ai fasti della Serenissima

DOMENICA 28 SETTEMBRE 2014

SESSIONE II – DACCI OGGI LA NOSTRA POLENTA QUOTIDIANA

Ore 9:30 PARTE PRIMA – IL MAIS TRA COLTIVAZIONE, PRODUZIONE E ALIMENTAZIONE IN AREA VENETA E POLESANA
Moderatore GIANNI BARCACOIA (Università degli Studi di Padova)

PAOLO RIGONI (Ricercatore esperto di etnografia – Adria)
Il panorama agrario della campagna polesana prima della scoperta dell’America. I risvolti nella cucina popolare e signorile.

ORAZIO CAPPELLARI (Agronomo e pubblicista – Rovigo)
Le mutazioni profonde in rapporto alla coltivazione del mais nelle consuetudini e tecniche agricole del Polesine tra ‘700 e ‘800. In particolare nell’allevamento del bestiame

DANILO GASPARINI (Facoltà di agraria – Università degli Studi di Padova)
La rivoluzione nella alimentazione mediterranea, europea e veneta con l’introduzione dei nuovi prodotti americani: mais, pomodoro, patata e fagioli

DAVID GENTILCORE (Università degli Studi di Leicester – Inghilterra)
Mais, pellagra e pazzia: i pazienti del Manicomio di San Servolo, Venezia, 1840-1910.

PAOLO AGUZZONI (Giornalista e pubblicista – Badia Polesine)
I trent’anni della Festa della Polenta a Villa d’Adige di Badia Polesine

INTERVALLO

Ore 15:00 TAVOLA ROTONDA – L’AGRICOLTuRA POLESANA ODIERNA: DALLA POLENTA AL VITELLONE
Moderatore DANILO GASPARINI (Università degli Studi di Padova)

GRAZIA VALENTINO (INEA , Istituto Nazionale Economia Agraria – Roma)
L’evoluzione della maiscoltura italiana alla luce dei cambiamenti della PAC

MARCO AURELIO PASTI (Presidente Associazione Italiana Maiscoltori – Roma)
Mais transgenici: nuove paure?

MICHELANGELO CABERLETTI (Imprenditore agricolo e ricercatore – Rovigo)
Mais, energia e tutela ambientale

DEBORAH PIOVAN (Vicepresidente Confagricoltura – Rovigo)
OGM una voce a favore

SILVIO PARIZZI (Direttore Associazione Polesana Coltivatori diretti – Rovigo)
OGM una voce contro

RENATO BALLAN (Presidente Network degli Antichi Mais – Bergamo)
Oltre gli ibridi e OGM: mais antichi e biodiversità

Conclusioni: DANILO GASPARINI

[/tab][tab title=”CONFERENZA STAMPA”]

CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE

23 settembre 2014 – Camera di Commercio di Rovigo

Sarà una due giorni dedicata al mais, alla sua storia e alla sua eccezionalità, quella che si svolgerà sabato e domenica (27 e 28 settembre 2014) a Badia Polesine. Al convegno di studi “Il mais nella storia agricola italiana, iniziando dal Polesine”, ospitato dal Teatro Sociale ‘E. Balzan’, parteciperanno 21 relatori, i quali ripercorreranno le tracce di questa coltura dal suo arrivo in Italia ai giorni nostri, seguendo un approccio interdisciplinare, dalla storia all’arte, dalla scienza alla tecnica.

il-mais-nella-storia-agricola-italiana-iniziando-dal-polesine-stampa-02Il convegno si articolerà in quattro momenti, ognuno dei quali dedicato a una tematica. Sabato mattina, si farà il punto sul mais, con il moderatore Franco Cazzola. La riflessione si focalizzerà sulla figura di un’imprenditrice d’avanguardia della bassa Padovana, Lucietta Memmo Mocenigo che, nel tardo Rinascimento, introdusse la coltivazione del mais nelle sue tenute di Villa d’Adige, già Villa Bona. Le tematiche successive riguardano la genetica: verranno presentate le stazioni di maiscoltura di Bergamo a confronto con la Società Polesana Produttori Sementi di Badia Polesine, la quale fa riferimento a un’altra importante figura, quella di Cirillo Maliani, genetista di fama.

La seconda parte, coordinata da Mario Cavriani sabato pomeriggio, prenderà in considerazione la diffusione del mais dall’America in Europa e in Italia e l’evoluzione nell’uso della pianta che, da ornamentale, diventa alimentare e compare nella letteratura agronomica del Veneto, rivoluziona gli usi alimentari e viene celebrata anche nelle arti figurative.

Domenica mattina, la prima parte della seconda giornata, dal titolo “Dacci oggi la nostra polenta quotidiana”, entrerà nello specifico trattando “Il mais tra coltivazione, produzione e alimentazione in area veneta e polesana”, mettendo in evidenza la rivoluzione introdotta nel panorama agrario, nelle consuetudini e tecniche agricole del Polesine tra ‘700 e ‘800, nell’allevamento del bestiame e nell’alimentazione mediterranea, europea e veneta, con l’aggiunta dei prodotti americani: mais, pomodoro, patate e fagioli. Coordina Gianni Barcaccia.

La parte conclusiva del convegno, domenica pomeriggio, sarà costituita da una Tavola rotonda, intitolata provocatoriamente “Dalla polenta al vitellone” e moderata dal direttore scientifico Danilo Gasparini, nella quale si affronterà il tema dell’agricoltura polesana odierna che si dibatte tra le problematiche inerenti alla biodiversità, agli organismi geneticamente modificati, alla tutela ambientale e al pericolo della monocoltura.

“L’idea è nata l’anno scorso alla festa della polenta di Villa d’Adige – ha spiegato Mario Cavriani, presidente dell’Associazione Culturale Minelliana, organizzatrice del convegno, ringraziando la Camera di Commercio per l’ospitalità e aprendo la conferenza stampa – si tratta di un modo nuovo di affrontare l’argomento che solitamente viene trattato solo dal lato scientifico ma, con la mediazione culturale, si presta a una più articolata lettura e considerazione da punti di vista diversi. Detta anche ‘pianta di civiltà’, per aver salvato generazioni di popoli e animali dallo sterminio delle carestie e della fame, ci auguriamo che di questo primato del Polesine in Italia, nella sperimentazione del passaggio dall’orto al campo, d’ora in poi possano vantarsi tutti i polesani in Europa e nel mondo”.

il-mais-nella-storia-agricola-italiana-iniziando-dal-polesine-stampa-01Fabio Ortolan, vicepresidente della Cassa di Risparmio del Veneto e relatore al convegno, ha avuto modo di anticipare qualche passaggio sull’esempio della straordinaria imprenditrice agricola Lucietta Memmo Mocenigo: “Fu il marito Francesco Mocenigo a intuire per primo l’importanza del mais dal punto di vista alimentare e zootecnico e, dopo la sua morte, la moglie continuò il suo lavoro, cominciando a coltivarlo nelle loro tenute di Villa d’Adige, allora Villa Bona”.

“Ci proponiamo di sfatare certi luoghi comuni – ha sottolineato lo studioso Paolo Rigoni – descrivendo un panorama agrario in Polesine, risalente al ‘400, che si presentava all’avanguardia sia per il governo del territorio, esercitato dai vari consorzi di bonifica, sia per la produttività dei suoi terreni, noti come ‘il granaio della Serenissima’”.

“Quando un’associazione culturale interviene su tematiche che interessano il territorio, come il mais nel Polesine, fa crescere cultura e conoscenza, cooperando a superare posizioni intransigenti, operazione che fa bene anche agli imprenditori”, ha osservato Silvio Parizzi, direttore dell’associazione polesana Coldiretti.

“Il mais rientra appieno nello spirito di Expo 2015, il cui slogan è ‘Nutrire il pianeta, energia per la vita’ – è intervenuto Massimo Chiarelli, direttore Confagricoltura -. Dal punto di vista agronomico, è una delle piante più importanti per la produzione di ossigeno e, dunque, per la vita, senza contare che viene utilizzato anche per la produzione di bioenergia, per quanto questo possa essere al centro di un dibattito etico”.

“Capofila delle colture colombiane arrivate in Italia, il mais ha una plasticità favolosa che gli permette di essere coltivato nei luoghi più disparati, vantando oltre cento sottoprodotti. Insomma, è davvero la pianta dei miracoli e il Polesine sembra fatto apposta per coltivarlo”, ha concluso l’agronomo Orazio Cappellari.

Il convegno è organizzato dall’Associazione Culturale Minelliana e promosso dal Comune di Badia Polesine, in collaborazione con il Gruppo Manifestazioni Villa d’Adige, con il patrocinio del Consiglio Regionale del Veneto e della Provincia di Rovigo e con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e della Cassa di Risparmio del Veneto, di Confagricoltura, Coldiretti, Camera di Commercio, Interporto di Rovigo, Lions Club Badia Adige Po, Villa Nani, Impresa edile Ghiotti, Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali della Provincia di Rovigo, Argav e Veneto Agricoltura.

Rovigo, 23 settembre 2014

Associazione Culturale Minelliana

 

[/tab][/tabs]