Bicentenario della nascita di Garibaldi, 1807-2007
Atti del XXX Convegno di Studi Storici Lendinara e Rovigo, 26-27 Ottobre 2007
Presentazione di Zeffiro Ciuffoletti
GIUSEPPE MONSAGRATI, Alcune considerazioni sulla memorialistica garibaldina
MARIA TERESA PASQUALINI CANATO, / garibaldini del Polesine nelle “Memorie” e altrove
ANTONELLO NAVE, Monumenti garibaldini nel Polesine di fine ‘800
ZEFFIRO CIUFFOLETTI, Garibaldi e il socialismo
PIER LUIGI BAGATIN, Le camicie della libertà. La campagna garibaldina del 1860 secondo Alberto Mario
ANNA MARIA ISASTIA, Massoni garibaldini in Polesine
LORENZO MAGGI, L’apporto dei garibaldini allo sviluppo del mutuo soccorso in Polesine, dall’unità d’Italia ai moti de “La boje” (1866-1884)
LUIGI CONTEGIACOMO, La partecipazione polesana alle battaglie risorgimentali
LAURA FASOLIN, L’emigrazione polesana (1859-1866) sotto la lente della Delegazione provinciale
LUIGI DAVIDE MANTOVANI, Garibaldini ferraresi e la guerra del Veneto nel 1866
M. LODOVICA MUTTERLE – AMELIA ZAGATO, Presenze garibaldine nell’Archivio comunale di Fratta Polesine
COSIMO CECCUTI, Carducci, Garibaldi e la cultura del Risorgimento
ALDO A. MOLA, Tra affetti, politica e storia. Il difficile confronto tra Giosue Carducci e Jessie White Mario
ANNITA GARIBALDI JALLET, Jessie White, il buon angelo di Ricciotti Garibaldi
VALENTINO ZAGHI, limito di Garibaldi nelle carte dell’Archivio «Gino Piva»
PAOLO RIGONI, Il tesoro di Garibaldi
SERGIO PIERATTINI, testo teatrale: Sotto l’uragano, un’ora con Jessie White Mario
Indice dei nomi
Il bicentenario della nascita di Garibaldi, avvenuto nel 2007, è passato senza quasi lasciare traccia, probabile preannuncio di ciò che accadrà nel 2011, quando si celebrerà il centocinquantesimo anniversario dell’unificazione. Garibaldi rimane il personaggio più celebre e celebrato della nostra storia, ma in quest’Italia che non vuol saperne del suo passato, sembra che interessi soltanto a piccole cerchie di accademici eruditi. Così è prevedibile che il bel volume appena pubblicato dall’associazione Minelliana di Rovigo “Garibaldi e il Polesine tra A. Mario, J. White e G. Carducci”, a cura di Zeffiro Ciuffoletti (contiene gli atti del convegno rodigino dell’ottobre 2007) non susciterà uno straordinario interesse. Ed è un peccato, perché i testi qui pubblicati, privi di retorica e fondati soltanto su documenti d’archivio, sono uno dei miglior prodotti del bicentenario e sfatano un pregiudizio molto diffuso: quello che il Risorgimento sia stato un evento elitario, di piccole minoranze. Solo dal Polesine, come informa Luigi Contegiacomo, direttore del locale archivio di stato, cioè da una provincia piccola e marginale, tra il 1848 e il 1866 partirono 2686 persone (gente semplice: artigiani, garzoni, impiegati, camerieri, domestici) che si unirono a Garibaldi e combatterono nelle sue campagne.
Un sondaggio molto più limitato, compiuto in alcune zone del ferrarese, fa pensare che a sud del Po il flusso dei volontari garibaldini non sia stato minore. Dunque, alla costruzione dell’Italia unita non mancò la partecipazione popolare, e se il primo ministro britannico Gladstone definì “miracolo” l’unificazione italiana, bisogna aggiungere che questo miracolo non fu un dono (o una condanna come pensa qualcuno…) caduto dal cielo, ma fu un evento reso possibile da un consenso di base ben più vasto di quanto oggi non si dica. Un consenso testimoniato dalla fioritura imponente della memorialistica garibaldina e dall’universale cordoglio suscitato dalla morte di Garibaldi avvenuta il giugno 1882.
Gianpaolo Romanato