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Céline Pruvost
Da "Ciao mare" a "Polvere", la musica da ballo diventa rock-folk contemporaneo. Classici del liscio riveduti e 'corretti' da Massimo Bubola e il Circolo sociale del liscio: ecco "Romagna nostra", un progetto culturale e discografico prodotto dal Mei (Meeting degli indipendenti) e sostenuto dall'assessorato alla Cultura della Regione Emilia-Romagna guidato da Alberto Ronchi, nel 2009.
Il progetto dell'Orchestra Romagna Nostra vede la luce nel Novembre 2010 ma ha origini antiche. Le sue radici affondano nella natura stessa dei Romagnoli, della loro cultura e della loro terra: la Romagna terra antica, terra di confine, terra dove tutti, dalla preistoria ad oggi, attraversandola, hanno preso ma hanno anche, e soprattutto, lasciato.
I Galli, gli etruschi, i romani, i veneti, i pellegrini che, nei secoli l'hanno vissuta, attraversata, popolata, trafficando, commerciando, guerreggiando, hanno lasciato tracce, oltre che nei geni, anche nella lingua, nel carattere, nella cultura e, quindi, anche nella musica, facendo della Romagna un crogiolo di fusione e, del Romagnolo, un abile alchimista capace di prendere elementi, stili e sollecitazioni diverse per distillarli in qualcosa di nuovo, unico, originale, Romagnolo, appunto. Così, come, nei secoli, i loro antenati, i musicisti romagnoli vissuti cavalcando la prima metà del novecento hanno preso gli importati walzer, polka e mazurka, balli di matrice mitteleuropea, e li hanno masticati, manipolati, rielaborati, plasmati fino a farli propri e farli diventare il ballo liscio.


Soni e Canti d'Arautoli
L'associazione francese "Soni e Canti d'Arautoli" nasce per mantenere, promuovere e condividere la cultura e la tradizione del canto e della musica tradizionale del Mediterraneo. Più in particolare, l'associazione si occupa del canto polifonico della Corsica e della musica che ruota intorno alla grande cetera della Corsica, tanto nell'ambito della tradizione che in quello dell'attualità, privilegiando l'incrocio con altre culture del Mediterraneo (ma anche celtiche e balcaniche). Tra gli obiettivi dell'associazione c'è anche quello di sostenere la fprmazione musicale degli artisti che si avvicinano al canto polifonico e alle tradizioni mediterranee e corse.
Quello delle melodie polifoniche e danze mediterranee (corse e arabo-andaluse) è un repertorio che parla attraverso la combinazione di correnti musicali, un estratto di parole limpide come gran parte dei loro simboli, proponendo curve melodiche in cui la bellezza cruda e senza pretese esalta la vita attraverso i temi del viaggio, dell'amore, delle parole scambiate e del sole redentore. Queste canzoni descrivono esperienze iniziatiche eterne in cui si riconoscono i momenti magici delle nostre vite. Questi cantanti, musicisti ballerini incontrano il pubblico per condividere un momento di emozione unica.

Romagna nostra
L'origine di questo ensemble orchestrale, risiede in un importante ritrovamento di manoscritti di danze popolari. Una recente ricerca sul campo, svolta nella zona del Cadore in provincia di Belluno, nell'ambito dei corsi di etno-musicologia curati da Roberto Tombesi presso il Conservatorio di Padova.
Si tratta di quaderni scritti dai musicisti delle tante orchestrine che nella prima metà del Novecento, popolavano la vita dei paesi delle valli dolomitiche tra Veneto, Trentino e Sudtirolo, ma più in generale dell'area alpina e prealpina del nord Italia. Il primo di questi documenti rappresenta un corposo repertorio inedito (115 melodie), dove regna sovrano il principe delle danze, l'amato valzer, accanto a balli di origine molto più antica come le monferrine, la quadriglia, il galop, la villotta, il varsovien, la sottis, la gavotta.
Una prima riflessione su questi manoscritti è contenuta nel volume "Ballabili antichi per violino o mandolino, un repertorio dalle Dolomiti del primo '900" (Nota giugno 2012). Da qui nasce l'idea  di far rivivere questi documenti attraverso la costituzione di una piccola orchestra.
È nata così l'Orchestra popolare delle Dolomiti, alla quale aderiscono circa 25 musicisti dei seguenti gruppi: Abies alba (Trentino), Altei (Belluno), Alessandro Tombesi ensemble (Veneto) Bandabrian (Veneto), Calicanto (Veneto), Compagnia del fil de fer (Trentino), Mideando string quintet (Veneto), Pasui (Alto Adige/Sudtirol), Quartetto Neuma (Trentino). Un ensemble unico con la presenza di una sezione di plettri (mandolini, mandole, chitarre), una sezione di archi (violini, violoncelli e contrabbasso), una sezione di fiati (traverso, ottavino, schwegelpfeife, cornamuse, flauti dritti, ocarine), arpa e zither, organetto diatonico e armonium, percussioni tradizionali e domestiche e infine le voci. La direzione dell'orchestra è affidata a Tommaso Luison (a destra) e Francesco Ganassin (in alto).

Orchestra Popolare delle Dolomiti
Se chiedete a lei, Céline Pruvost vi dirà che lei è una chansonneuse (cantante) - come si dice in Quebec - un tipo un po' particolare: cantante-ricercatrice. Di che cosa va in cerca? Affascinata dall'alchimia di parole e musica, scrive e compone le sue canzoni, ma si interessa anche di quelle degli altri, in diverse lingue: attualmente lavora ad una tesi di dottorato sulla canzone italiana e ha recentemente completato l'adattamento in italiano di un testo di Allain Leprest, T'attends quelqu'un, 'Qualcuno ti attende'. Céline combina teoria e pratica destreggiandosi, in un numero da abile equilibrista, tra le sue due passioni.
Graziosa funambola, Cèline scivola, eterea, su binari paralleli, che a volte si incontrano e si mescolano: ricerca di parole, ricerca di suoni, ricerca di senso, ricerca di sé...
Céline si è via via costruita un'esperienza concreta della scena e attualmente ha al suo attivo un centinaio di concerti, dai sotterranei parigini ai festival del Quebec. Gran Premio della canzone e Premio del Pubblico 2010 al Trampolino, nel 2011 partecipa alla manifestazione musicale Grand 8 franco-quebecoise. Qui, Celine si pone un nuova sfida: pianista e cantante di formazione, ha deciso di imparare a suonare il basso elettrico. Grazie alla passione di François Guy e Gaétan Essiambre, vince la scommessa. Di ritorno in Francia, in duo con lo straordinario Martin Gresy, Celine ora suona il basso in tutti i suoi concerti.

Il Gruppo Folkloristico "Val Resia"
Il Gruppo Folkloristico "Val Resia" è sorto ufficialmente nel 1838, quando un gruppo organizzato di suonatori e danzerini si recò a Udine, in occasione della visita dell'imperatore d'Austria Ferdinando I e della sua consorte, per testimoniare, insieme ad altri gruppi, la ricchezza della tradizione musicale popolare locale. La sua particolarità consta nel fatto che, oltre a presentare musiche, danze e costumi propri della comunità della Val Resia, testimonia una realtà culturale tuttora esistente. Infatti, la Val Resia si accende di musiche e danze, nella quale è coinvolta tutta la comunità, in molte occasioni d'incontro durante l'anno: in occasione del tradizionale püst / carnevale resiano, delle feste paesane, delle coscrizioni, dei matrimoni.
In queste occasioni la gente danza tramandando la secolare tradizione di generazione in generazione. I costumi utilizzati dal gruppo sono la fedele riproduzione degli abiti da festa indossati in Val Resia alla fine del 1700 fino ai primi anni del 1800 e caratterizzano le seguenti figure: la giovane in cerca di marito, la donna spostata, la vedova, il giovane celibe ed il signore facoltoso. Sono particolarissimi i costumi delle lipe bile maškire / le belle maschere bianche. Le musiche e le danze sono molto antiche e probabilmente sono giunte in valle con i primi insediamenti della comunità resiana nel VI secolo d. C. La piccola orchestra consta di soli due strumenti: il violino chiamato "cïtira" in dialetto resiano ed il violoncello detto "bünkula". Il battito del piede, che accompagna la musica è il fondamentale "terzo strumento" utilizzato per assicurare il ritmo.
I Liguriani
I Liguriani presentano uno spettacolo dove, attraverso la parola e i suoni, vengono evocate le immagini e i sentimenti della cultura e della storia ligure. Salpando proprio dalla lanterna di Genova, luogo di partenza e di agognato ritorno che per le genti liguri rappresenta da sempre "casa", un viaggio immaginario ci porta attraverso antiche istantanee di Liguria che svelano usi, tradizioni e tematiche di questa gente, stretta tra monti scoscesi e le onde del mare, chiusa per territorio e carattere, ma da sempre aperta al contatto con altri popoli, visitati o giunti a visitarla proprio attraverso il mare.
C'è uno strumento adorabile, dalla bellezza commovente, che parla di sole e di mare, di fiori e profumi, di cieli azzurri e sconfinati e di dolci canzoni. E c’è una band, formata da cantanti e strumentisti attivi nella musica classica e jazz, ma anche da pittori, tecnici teatrali e agricoltori (biologici), amici nella vita quotidiana felici di poter costruire un progetto artistico comune. Ha detto George Harrison: "Tutti dovrebbero avere e suonare un ukulele; è così facile portarlo con sé ed è uno strumento che non puoi suonare senza ridere!". Assecondando questo spirito, la band propone lo spettacolo "My Uke & Only Love!", per divertire e divertirsi all'insegna della creatività gioiosa, proponendo canzoni del jazz tradizionale e del gospel, ma anche Michael Jackson e Bee Gees, i classici del teatro musicale di Broadway fino a Laurel & Hardy e Marylin Monroe!
The Ukulele Lovers
Barbara Fortin: ukulele, voce
Nicola D'Orazio: ukulele, voce
Federica Baccaglini: ukulele, voce
Tommaso Viola: ukulele, voce
Piera Marsilio: ukulele, voce
Andrea Boschetti: ukulele, cori
Milena Dolcetto: ukulele, cori
Vittore Dalla Benetta: ukulele, cori
Antonella Pasqualini: ukulele, cori
Marco Barion: ukulele, cori
Sandra Ferrari: ukulele, cori
Vincenzo Malva: contrabbasso
Andrea Pedrotti
Andrea Pedrotti nasce a Bussolengo nel 1981, dimostrando da sempre un'innata passione per la musica.  A 10 anni gli viene regalata la prima chitarra con la quale studierà per 2 anni chitarra classica. Più tardi inizia a comporre le prime canzoni e si da da fare anche nel volontariato musicale. A 13 anni, iniziano le prime esperienze con le band, in cui si è sempre adattato facendo un po' il bassista, un po' il chitarrista e un po' il cantante. Il 2000 è l'anno della svolta: entra a far parte della band del Centro Pastorale Giovanile di Verona con la quale può approfondire la conoscenza del canto e anche la propria spiritualità. Con gli "Aldo e la Sua Band" suona all'Olimpico di Roma in occasione della GMG del 2000. Dal 2005 Pedro suona nella formazione che da sempre sognava, gli HakunaMatataDuo, duo acustico chitarristico che porta nei locali veronesi cover di Beatles, Sting, James Taylor. Dal giugno del 2008 ad Andrea Pedrotti e Paolo Udali si aggiunge il terzo elemento che chiude il cerchio, Enrico "Little Richard" Pinali al piano e voce. Dal 2003 Andrea studia anche tromba e dal 2006 entra a far parte del Corpo Bandistico Città di Bussolengo.
Duo Marcheselli
Il Duo Marcheselli, formato dai fratelli bolognesi Marco e Paolo, propone brani musicali tratti dal vasto repertorio del padre Leonildo, patriarca del genere 'Filuzzi', il caratteristico liscio alla bolognese, che a partire dall'inizio del secolo sviluppa a Bologna uno stile di musica da ballo tipico. Tale repertorio risale agli anni Quaranta del secolo scorso.  Quest'anno, Paolo e Marco Marcheselli hanno presentato il loro libro "Tott a baler", che narra la storia del padre e della musica da ballo in Emilia, in particolare dello stile alla "filuzzi".